Monitoraggio della Gazza Marina (Alca Torda) della Lega Navale di Napoli in collaborazione con la Stazione Zoologica Anton Dohrn

Iniziativa a cura dell’Ornitologo dr. Rosario Balestrieri, della dott.ssa Raffaella Casotti e del consigliere dr. Giovanni De Martino della Stazione Zoologica “Anton Dohrn”
Introduzione:
L’iniziativa nasce da un progetto promosso dalla Lega Navale Italiana sezione di Napoli e sviluppato, attraverso la socia Raffaella Casotti, dal nostro gruppo scuola, gestito ed organizzato dal consigliere Giampiero De Pasquale. La divulgazione è affidata al consigliere Giovanni De Martino e dal ricercatore della Stazione Zoologica Anton Dohrn Rosario Balestrieri (che sarà il maggiore protagonista nella cura dell’analisi dei dati). Nello specifico, presso la LNI di Napoli si sta tenendo un PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) che si concretizza in alcuni corsi di biologia marina per studenti delle scuole di Napoli svolti dai ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn. La SZN è un Ente Pubblico di Ricerca e la sua missione primaria è la ricerca sui processi fondamentali della biologia, con specifico riferimento agli organismi marini e alla loro biodiversità, in stretto legame con lo studio della loro evoluzione e della dinamica degli ecosistemi marini.
Pertanto, cogliamo l’occasione per monitorare una specie particolarmente sensibile nonché “testimone” dei cambiamenti climatici. Parliamo della gazza marina (Alca torda), un uccello marino simile ad un pinguino che non ha perso la possibilità di volare, di abitudini pelagiche, nidifica sulle coste e sulle isole dell’Europa nord-occidentale, Groenlandia e America nord-orientale. In inverno si allontana dalla costa e si disperde nell’Atlantico settentrionale giungendo a sud fino alle Canarie ed entrando con pochi individui nel Mediterraneo occidentale. É una specie ittiofaga e può raggiungere le sue prede fino a 120 metri di profondità. In Italia la si osservava sporadicamente nel Mar Ligure, soprattutto da fine novembre ad inizio marzo. In questi ultimi giorni si stanno susseguendo numerose osservazioni di gazza marina nei mari italiani che fanno supporre ad un’anomala migrazione “di invasione” da parete di questa specie artica. Di norma nei mari italiani si registrano un paio di osservazioni l’anno nella maggioranza dei casi nel Mar Ligure, ieri 27/11 sono stati censiti in Liguria ben 450 individui, una presenza tanto massiccia quanto anomala che la specie non aveva mai fatto registrare prima d’ora. Oltre ai numeri record nel Mar Ligure, vari altri individui sono stati osservati sulla costa ovest dell’Italia fino in Calabria, con ben 11 individui nel Golfo di Napoli il 25/11 (dove la specie non veniva segnalata dal 1928). Varie presenze sono state segnalate anche intorno alle isole maggiori (Sardegna e Sicilia). Al momento gli individui più ad est rilevati si sono spinti fini al Mar Ionio, esattamente a Taranto e Porto Cesareo (Lecce).
L’importanza della collaborazione:
Come anticipato nell’introduzione, si tratta di una specie pelagica, che quindi si muove in mare aperto senza la necessità di interfacciarsi con l’ambiente costiero. Al momento la stragrande maggioranza delle osservazioni viene effettuata da ornitologi e birdwatchers lungo la costa, e quasi tutti gli individui censiti si concentrano nei porti. Questa immagine della distribuzione della Gazza Marina nei mari italiani potrebbe essere falsata da diversi fattori che ne alterano la percezione. Primo fra tutti c’è la diversa copertura fra mare aperto e costa, infatti i pochi dati che provengono da un contesto pelagico sono stati rilevati da pescatori che nel ritrovare questo strano uccello, simile ad un pinguino, nelle reti lo hanno segnalato. Come è accaduto il 24/11 fra Ischia e Ventotene, dove un pescatore ischitano ha liberto dalle reti una Gazza marina ancora viva che poi ha lasciato andare via.
Altro aspetto che potrebbe risultare fuorviante è il fatto che gli individui osservati presso i porti risultano estremamente confidenti, spesso affamati e qualche volta moribondi. Questi da una prima indagine fotografica risultano essere in prevalenza giovani. Per cui è ipotizzabile che il porto possa rappresentare un rifugio in cui è più facile procacciare o elemosinare cibo per gli individui in difficoltà, mentre quelli che godono di un perfetto stato di salute li rileviamo di meno in quanto più lontani da questi luoghi fortemente antropizzati.
Individuo giovane di Gazza Marina.

In che consiste la collaborazione:
Si chiede alla lega Navale di informare i propri soci di questa particolare presenza ornitologica e di inviare i dati attraverso questo form: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfTzOQmlQrksx6eq1jOMphiKp6_p_gvbz_-3lBMq2Jd51ZiOA/viewform
tramite cui sarà semplice comprendere come riconoscere la specie, fornire i dati pregressi delle ultime due settimane e continuare a inviare segnalazioni nel futuro, per tutta la durata dell’inverno.
Il form è concepito nel pieno rispetto delle leggi sulla privacy non richiedendo al socio alcun dato sensibile.
Viene illustrata nella parte iniziale la specie e le caratteristiche che ne semplificano l’identificazione. Si prosegue con una domanda tesa a comprendere se chi compila il form si è fatto un’idea dell’aspetto della gazza marina rispetto ad altre specie acquatiche.
Si chiede al socio la sede di riferimento, questo campo non è obbligatorio in quanto il socio potrebbe avere fra i conoscenti dei non soci che hanno effettuato delle osservazioni interessanti, a cui è invitato ad invitare il form per recuperare questi dati.
Si chiede a chi compila il questionario di ubicare nel tempo e nello spazio la propria osservazione, fornire il numero di individui e se possibile il materiale fotografico.
Nel form viene fornito l’indirizzo mail che il socio può contattare in caso di dubbi o difficoltà della compilazione.
Risultati attesi:
Da questa iniziativa ci sia auspica copertura di dati più omogenea e fedele alla realtà, che consenta d’interpretare le ragioni di questa “anomalia” ornitologica. Nel contempo s’indurrebbe chi frequenta il mare di fare più attenzione agli uccelli pelagici, specie perlopiù rare e protette ma poco considerate e spesso etichettate tutte come “gabbiani”.